3 - Le IMMAGINI e la STORIA dei luoghi più SIGNIFICATIVI del Passato fella Nostra Famiglia

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Le IMMAGINI e la STORIA

dei Luoghi più SIGNIFICATIVI

del passato della Nostra Famiglia

 

Abbiamo voluto dedicare uno spazio per descrivere la storia ed allegare, dove è stato possibile, vecchie immagini di quei luoghi  più significativi nel lungo " CAMMINO " dei Nostri Avi : < un cammino lungo oltre sette secoli di storia >.

Questo cammino inizia nel lontano XIII secolo, e parte dal Casentino.

Il Casentino (in Latino "Passumena terra"  poi "Clusentinus" ) è una delle quattro Valli che costituiscono la Provincia di Arezzo. Situato nella parte Nord, della provincia, occupa una superficie di circa 800 Km-quadrati, con una Popolazione di poco inferiore a 50.000 abitanti.

Il Casentino è la valle in cui scorre il primo tratto del Fiume Arno, che nasce dal Monte Falterona (1654 m. ).

 Il monte Falterona, assieme al monte Falco (1658 m.),costituisco il limite settentrionale della vallata, ai confini della Romagna.   L' Alpe di Serra e l' Alpe di Catenaia, separano ad oriente con l'alta val Tiberina, lungo la quale scorre il primo tratto del fiume Tevere. Ad ovest, il massiccio del Pratomagno lo separa dal Valdarno superiore, mentre i rilievi del Falterona, lo separano dal Mugello. 

Casentino

Il Casentino era abitato già in epoche prestoriche, si trovano nel territorio tracce di insediamenti del paleolitico medio.  Del periodo etrusco sono presenti molti insediamenti e sul suo territorio sono si ritrovano importanti luoghi di culto quali il < Lago degli Idoli > nel quale sono state recuperate nel tempo migliaia di statuette votive ed oggetti vari oggi esposti nei più importanti musei del mondo.

 

 

 

Siamo sufficientemente certi, come ampiamente dibattuto alla p.04 di questo Sito ( Il luogo di Origine del Nostro Casato ),   il luogo cammino dei Nostri Avi, parte dal  territorio del Castello di Battifolle.

 

Per questo motivo, iniziamo questa carrellata di immagini e di storia, con il CASTELLO di BATTIFOLLE.

 

BATTIFOLLE 

Il Comune di Battifolle è stato soppresso nel XIX secolo

Attualmente,il territorio di Battifolle, fa parte del Comune di Castel San Niccolò.

 

Località resa famosa  dal Castello che dette titolo ai Conti Guidi di Poppi.

L' agglomerato di case sparse è posto nelle vicinanze di Poggio a Vertelli, lambito dal Torrente Refiglio affluente del Solano.

Il territorio è attraversato da una strada di origini romaniche, proveniente dal basso Casentino, tramite un ponte a schiena d'asino ,di pregevole fattura, in località Massigrossi, è collegato al passo della Consuma.

Tutt'oggi è vibile l'antica  parrocchiale campestre San Lazzaro a Startia, di origine medioevale  ( recentemente restaurata). 

 

Oggi , il territorio del Comune di Battifolle è integrato nel Comune di Castel San Niccolò, come pure altri

 

 

 

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MOGGIONA

( dal 1815, Moggiona fa parte del territorio del Comune di Poppi ) 

Il paese di Moggiona sorge in uno sperone roccioso al centro di una valle chiusa, a circa 700 metri sul livello del mare.

Le prime notizie certe di Moggiona, risalgono al  842  d.c., quando il Vescovo di Arezzo Pietro ,istituisce la " canonica aretina " e la dota di alcuni possedimenti, fra i quali la piccola corte a Moionam , retta da un certo Urso.   Questa donazione viene confermata più volte :

in data 14 marzo 933 , nel duomo di Arezzo, tra il Vescovo Ugo e Ontario Re d'Italia.

in data 10 maggio 963, con un diploma firmato da Ottone il Grande.

Grazie a questi documenti Moggiona può vantare il primato di essere il Paese del Casentino con le " reminiscenze storiche più vetuste ".  

Documenti successivi, dei primi anni del  XI secolo, attestano ilpossesso di beni e di diritti, ai monaci di Badia Prataglia.

 

Nel 1269,  la comunità di Moggiona, su istigazione dei monaci Camaldolesi, si dota di un proprio ordinamento, dopo essere stati presi sotto protezione dal comune di Arezzo all'inizio del XIV secolo, 

Nel 1382,  l'Eremo di Camaldoli e gli uomini di Moggiona si affidano alla Repubblica Fiorentina. Grazie all'accomandigia fiorentina il territorio sotto il controllo dei Camaldolesi  gode di una serie di autonomie ed esenzioni fiscali. Col passare degli anni il priore generale dell'ordine assume il titolo di conte e la stessa amministrazione della giustizia, prima affidata al podestà di Bibbiena, passa al cancelliere dei monaci.

                 In un documento, datato 6 giugno 1723, troviamo che Giovanni di Jacopo Basagni è membro del Consiglio Locale.

Il documento fa riferimento ad un assemblea, alla quale vengono invitati tutti i Capi Famiglia, del luogo  ( 76 persone , tante erano, quindi, le famiglie dell' epoca ), per decidere della vendita, di un terreno pubblico , onde ricavarne del denaro per poter costruire una scuola.
Non viene citato il parere dei membri del Consiglio, ma solo il risultato dell'assemblea dei Capi Famiglia,che vede 45 contrari e 31 favoreli. Dal risultato si evince che l' insegnamento, ai giovani, non era ritenuto particolarmente necessario
.

Purtroppo, non ci è dato di conoscere, con quale voto si espresse Giovanni Basagni

                Nel 1734, troviamo Agnolo di Jacopo Basagni ( sicuramente fratello del Consigliere Giovanni ) nell'elenco delle Famiglie tassate  

Nel  1776,  la contea viene sciolta, insieme a molte altre vestigia del feudalesimo in Toscana, dal Granduca Pietro Leopoldo. Moggiona ed il suo territorio vengono aggregati alla comunità di Bibbiena.

Nel 1778 , Moggiona passa alla Comunità di Poppi .

Durante il Governo Napoleonico , Moggiona viene nuovamente assegnata alla Maire di Bibbiena.

Nel 1815, con la Restaurazione, Moggiona  torna definitivamente alla Comunità di Poppi .

 

 

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STIA

dal 2014, il Comune di Stia si è unito al vicino Comune di Pratovecchio,

Gli Abitanti, del nuovo Comune : PRATOVECCHIO-STIA,  sono 5891 ( dati 2014 )

 

 

Stia trae la sua origine dall'essere stata un villaggio sulla romana Via MAIOR che collegava il Casentino a Sa Godenzo, nel Mugello.

Il toponimo è di origine latina, per contrazione del nome del torrente Staggia. Le prime indicazioni sul paese di Stia , si trovano nel " Registo Camaldolese " del 1053  dove si legge della Plebe di S. Mariae de Staia, e successivamente , nel 1093, troviamo indicato un casale de Staia.

Nel Medioevo, Stia si sviluppò come " mercatale " della Contea di Porciano e residenza del Ramo della Famiglia dei Conti Guidi detti < del Palagio > per ricordare la costruzione, avvenuta nel 1230, di una santuosa abitazione sulle rive del torrente Staggia, detta appunto il Palagio. Attorno a questo imponente edificio si sviluppò un nuovo agglomerato, che andò ad aggiungersi al villaggio già esistente a monte, denominato Stia Vecchia.  I conti Guidi " del Palagio " mantenero il loro possesso di questo territorio  fino all'assedio del borgo , 1402, da parte della Repubblica Fiorentina.

 

 

La presenza della Famiglia Basagni a Stia, è certificata , per la prima volta, nella metà del 1500, con la nascita a Stia di FILIPPO, GIOVANNI e SALVATORE figli di Agnolo Basagni di Giovanni.

nel  1570, Giovanni Basagni è nominato Notaio a Stia.

nel  1585,  Filippo Basagni, è nominato Dottore degli Uffizi, a Stia.

nel 1586, viene sepolta a Stia IDELLANTE , una bambina figlia del Notaio Giovanni Basagni, morta a FIRENZE. 

 

Nel 1680, nasce a Stia FRANCESCO Basagni di Innocenzo . Nel 1705, consegue il titolo di Dottore abilitato agli Uffizi.

per il periodo 1720 - 1721 , ricopre il ruolo di CONSIGLIERE COMUNALE, presso il Comune di Firenze. Per l'intero periodo vediamo che è residente in Firenze, e registrato tra le anime della Parrocchia di San Simone. Muore a Stia nel 1736.              

 

 

 nel periodo 1780 - 1785 , troviamo che a Siena esercita la sua professione il Notaio FILIPPO BASAGNI, nato a Stia.

 

   

        

    

 

 

Basagni a STIA

 

 

 

 

 

 

 

 

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MONTEMIGNAIO

 

 

 

 

ORATORIO della MADONNA delle CALLE.

 

Questa piccola chiesetta è uno dei < luoghi simbolo > più significativi , nella storia della Nostra Famiglia.

La chiesa fu realizzata con il contributo della popolazione del luogo e consacrata , al culto, il giorno 4 Ottobre 1641, dal Vescovo di Fiesole Monsignor Lorenzo Della Robbia.

Nello stesso giorno, il Vescovo di Fiesole ordina sacerdote un giovane chierico ( seminarista del Seminario Vescovile di Fiesole ) : Don Giovanni di Salvo Basagni. La nomina del novello sacerdote, prassi del tutto straordinaria, non avviene ( come di regola )presso l'Arcivescovado ma viene fatta presso la Chiesa Pievanica di San Martino a Vado, poco distante da Montemignaio. Il novello " pretino " è, nello stesso giorno, nominato Rettore di questa nuova chiesetta. 

Come potete vedere furono fatte molte eccezioni alle regole canoniche, dell'epoca.

Nel 1782,  avviene , in questo luogo, un evento < miracoloso > che vede ,come pragonista, il Rettore di questa Chiesetta : Don Andrea Pietro Basagni.

 

L’ avvenimento è ampiamente documentato, e i documenti relativi sono conservati  presso l’Archivio Vescovile di Fiesole.     ---    Sezione XVI B, Filza 38, carta 611 e carta 746.---

I fatti sono , anche, riportati in un Libro scritto da Pier Paolo Guidi , dal titolo < Il Romito delle Calle>.

 

 

Il giovane Don Andrea Pietro Basagni, che era il parroco di una chiesetta a Santo Stefano a Fornello  ( non lontano da Battifolle), viene nominato nel 1782 , dal Vescovo, Rettore della Chiesetta di Santa Maria delle Calle.

 

Dopo pochi mesi da questa nomina, lo stesso Vescovo, ordina al nostro  Don Andrea Pietro di trasferire l’ immagine, della Beata Vergine Maria, dalla Chiesa delle Calle a quella di Sant’Agata, in Montemignaio, e di procedere alla sconsacrazione della stessa Chiesa e di trasferire ogni beneficio alla Chiesa Pievania di Montemignaio. Per dovere di cronaca, a quella data era Rettore della parrocchia di Montemignaio : Don Pierantonio Basagni.

 

Lo scrittore Pier Paolo Guidi, si dilunga molto sulla figura di Don Andrea Pietro,perché il povero Curato rimane coinvolto in una serie di incidenti , provocati dalla popolazione del luogo, che si oppone ed ostacola la chiusura di questa chiesetta, ed in modo particolare al trasferimento di questa immagine sacra, da sempre molto venerata e ritenuta miracolosa.

L’autore, del libro, paragona ( a mio avviso a sproposito) il nostro Don Andrea Pietro a Don Abbondio  ( di Manzoniana memoria).

 

Ma Il nostro Don Andrea Pietro è tutt’ altro che un “Don Abbondio”, e si batte contro il volere del suo Vescovo,  con l’ appoggio ( o la complicità ) della popolazione riesce ad averla vinta. ( almeno per alcuni anni ).

 

Si legge , nei documenti della Curia, la cronaca scritta dallo stesso nostro Curato, che informa ( a cose fatte !) il suo superiore ,  :

 

 

…alla data 26 11 1782, con solenne processione l’immagine della Madonna , era stata riportata nella sua Chiesa, che egli aveva, per l’ occasione, riconsacrato.

Scrive , il nostro Don Andrea che la processione venne fatta di notte e sotto una forte pioggia incessante, che durò ininterrottamente per tutto il tempo della processione, ma per MIRACOLO nessun lume di candela e nessuna torcia, di tante che accompagnavano la processione, si spense sotto quella pioggia.

 

Nessuno aveva autorizzato Don Andrea Pietro, di riconsacrare la chiesa e di riportarci l’immagine sacra.  Il Vescovo, informato a fatto compiuto, e  di fronte a questo “ evento miracoloso    fu costretto  a non procedere nel suo intento. 

 

  

Ulteriori dettagli li potrete trovare alla pag. 7Curiosità varie della Famiglia Basagni - 

 al capito : I molti Sacedoti della Famiglia Basagni

 

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FIRENZE , la Parrocchia di Sant'Ambrogio.

 

La Parrocchia di Sant'Ambrogio, si trova nella zona est del  centro storico di Firenze,a nord della Parrocchia di Santa Croce.

E' documentato che nella seconda metà del 1500, alcuni figli di BARTOLOMEO Basagni di Giovanni si trasferirono , da Stia, a Firenze, nel territorio della Parrocchia di S.Ambrogio.

Non sappiamo quali furono i motivi di questo loro trasferimento a Firenze, così come non sappiamo se tutti i figli di Bartolomeo lasciarono Stia. Questo trasferimento è avvenuto prima del 3 settembre 1572, perchè a questa data troviamo registrato il decesso di Domenico figlio di Francesco Basagni di Bartolomeo. 

Si ritiene che Bartolomeo non si sia trasferito a Firenze, con i figli, perchè muore a Stia nel 1609.

 

Il 24 marzo 1595 ,( venerdì Santo), nella Chiesa di S.Ambrogio scoppiò un grande incendio che travolse lo stipo dove erano conservate le ostie consacrate , che restarono prodigiosamente intatte e che, inumidite dall'acqua usata per spengere l'incendio, formarono una specie di ciambellina che fu conservata in una scatolina dorata, nel tabernacolo dell'altare.     33 anni dopo , l'Arcivescovo Alessandro Marzi Medici ,dopo accurata ricognizione,  riconobbe il prodigio e ne autorizzò il culto e la pubblica esposizione nel 1628. ( nel 1595 i fratelli Basagni, figli di Bartolomeo , viveno già a Firenze, quindi testimoni dell'evento )

 

 Firenze,  la Piazza di Snt'Ambrogio e la omonima Chiesa.

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FONTARRONCO

Nel 1750 ca. ( la data esatta non la conosciamo ) SANTI Basagni, nativo di Battifolle, si traferisce con la sua Famiglia a Fontarronco, al servizio dell'Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano.  Non conosciamo il numero dei componenti di questo nucleo famigliare, ci è noto solo il figlio Giuseppe , che è nato a Battifolle tra il 1740 e il 1745.

La famiglia di Santi aveva fatto una " Commenda " , in Casentino, a favore dell' Ordine e un suo Parente ( fratello di suo nonno ) era Cavalliere dell' Ordine.

 

Santi Basagni, lascia Fontarronco tra il 1775 -1756. Si ritiene che abbia fatto ritorno a Battifolle.   Il figlio Giuseppe, che si era sposato, resta nelle vicinanze di Fontarronco, per l'esattezza alla Brancoleta, dove la sua presenza è documentata nel 1780.

 

 

 Edificata nel XVI secolo dalla Famiglia dei Medici nel XVI,  come “ Casina di caccia “.

        

 Nel 1561, il Granduca Ferdinando II  ne fece dono all’ Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano, assieme ad  alcuni terreni circostanti.

        

I Cavalieri ampliarono la costruzione , originariamente molto piccola. Ai lati della struttura centrale vennero edificate altre strutture edilizie, che trasformarono , questa ex-casina di caccia, in una GRANDE FATTORIA.    

Venne edificata, anche, una cappella che si trova a tergo della Villa.

        

 I lavori di ampliamento, da parte dei Cavalieri, proseguirono fino al 1769.

        

 Nel  1775, la Fattoria , venne incamerata nei Beni della Corona  Granducale.

        

 I Cavalieri , mantennero ancora per alcuni anni le varie Commende che possedevano in altre località  della Valdichiana, ma lasciarono Fontarronco . 

       

 Tutto il complesso edilizio venne chiuso, mentre i terreni  furono frazionati  e messi in vendita o dati in affitto.

        

 Con l’occupazione Francese, questa villa entrò nella < lista civica dei beni >, e utilizzata come  acquartieramento  per le truppe.  In questo periodo, la struttura subì saccheggi e gravi danni , compresi alcuni incendi e il crollo di alcune parti laterali. 

 

 Dopo la Restaurazione, 1815, la Corona Granducale , riprese possesso di quanto restava dell' immobile , ma non  intervenne nei lavori di recupero, e  quanto restava del vecchio complesso rimase  chiuso ed  inutilizzato, spesso  preda di ulteriori saccheggi .

 Nel  1961, con l’Unità d’Italia, i beni della Corona Granducale furono incamerati in quelli del Regno.   

Con il Governo Ricasoli, si decise di mettere in vendita , quanto restava di questo edificio, che venne acquistato dalla Baronessa Fiorella Favard de l’Anglade.

 

 

 

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